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Paolo Jachia

Le sculture e le opere di Sonia Willki prevalentemente affrontano la tematica del mondo femminile, di come esso sia pensato e visto dall’immaginario maschile dominante e di come esso possa essere visto e immaginato da un diverso immaginario femminile. Spesso in esse troviamo così una forte dialettica contrastativa tra favola-sogno-mito e realtà, una dialettica che ci porta a scoprire quale vita possa essere al di là dell’ incantesimo, a cercare cosa resti quando la favola è finita, quando l’incantesimo si è spezzato. Significativa in questo senso la domanda che dà il titolo a una sua recente mostra: “Dov’è finita Biancaneve?” che ci porta a chiederci quale mondo ha incontrato Biancaneve al suo risveglio. E più in generale quale mondo diventa possibile con la fine di un immaginario ricalcato da stereotipi .La poetica di Sonia Willki è dunque una poetica fortemente novecentesca, lontana dai canoni classici e idealistici di una bellezza pura e invece fortemente connessa tanto alle avanguardie artistiche novecentesche quanto ai movimenti di liberazione che hanno attraversato il secolo scorso. Un’arte dunque da osservare con attenzione e, se è possibile, con occhi e mente liberi da conformismi e pregiudizi.

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